Thursday, July 13, 2006

Milano.12 Luglio 2K6.B-Live Event


Si inizia da un grazie, doveroso. Ai ragazzi dello staff organizzativo che mi hanno invitato e permesso di partecipare al B-Live e che sono costretto a racchiudere nel buon Maurizio [il mio contatto nei giorni precedenti all'evento sino al D-Day] e nelle persone alle quali ho stretto mani a go-go nella notte ma che, complice il livello dei decibel e le particelle alcoliche variabili nel mio organismo, non sono in grado di identificare con certezza attraverso nomi. Tutte belle facce, quello è certo, di gente "vera" e capace.

L'idea di calarsi nel cuore di un avvenimento davvero speciale è immediata e prende forma facendosi strada nel ventre milanese del Teatro Smeraldo. La suggestione nel ritrovare uno straordinario manto erboso laddove la platea è solita accomodarsi in poltrona è totale e squassante. Questa Notte Lo Smeraldo profuma come San Siro a bordocampo e "suona" come la Royal Albert Hall.
La Club Culture restituisce se stessa alla propria principale funzione: La celebrazione di un rito pagano attraverso il suono che si trasforma in movimento e viceversa. C'è una relazione molto stretta fra l'erba e il suo fruscio sotto piedi nudi danzanti ed il vinile con il suo caldo beat strisciante sotto le mani dei Dj. Una sorta di equazione semplice e perfetta, una formula più magica che matematica ma non per questo meno tangibile.



Sono già migliaia, ad inizio serata, le persone che vedono cadere il telone che proteggeva gelosamente il palco per svelare i Soul II Soul in versione crew [Sound System], ancora una volta Jazzie B si conferma cultore e custode del periodo più fecondo per la Musica da Club, tessendo una magnifica tela di suoni, ricamando sui pezzi che hanno fatto del suo marchio una vera icona del downtempo [Get a Life, Joy, Back To Life, Love Enuff...], intrecciandoli con successi indelebili scolpiti in quella magnifica manciata di anni, fra l'88 e il '95.




Prendendo in prestito lo slogan di Mr Jazzie B, ovvero: "A Happy face, a Thumping bass for a Lovin’ Race" è possibile trovare un fermo-immagine di ciò che coinvolge tutti: Facce Felici, un giro di basso che squassa e restituisce vita per una razza in amore, in questo caso, innamorata di se stessa, della musica e dell'idea celebrativa che fa bella mostra di se in ogni angolo di questo immenso dancefloor erboso.
La serata è talmente perfetta da permettere anche al sempre bravissimo Luca De Gennaro di scrivere il nome del Signor Mameli nel borderaux S.I.A.E; il nostro inno sembra non aver mai avuto collocazione migliore prima di cedere il passo alla scaltra selecta che condurrà verso i Masters at Work.



Chiunque abbia lavorato nei club in questi ultimi 15 anni s'è ritrovato la valigia dei dischi zeppa di pezzi firmati da Kenny Dope & Little Louie Vega ma solo avendoli a pochi metri, live, si comprende davvero il significato del nome che si portano appresso e stampato sulle copertine. Masters at Work: Mastri Artigiani della Musica al Lavoro. Una console a testa, sguardo fisso sui turntables e sul mixer, un preciso lavoro di fino in tandem, intenti a costruire il groove da regalare alla gente usando ogni singolo suono come un mattone, da poggiare con precisione chirurgica. Vera architettura sonora nei momenti più hard-house della nottata.



Notte che scivola via veloce senza mai un passaggio a vuoto: suoni, luce e umanità varia che potete sbirciare con un doppio click.
Nelle mani del popolo del bacardi b-live si trovava spesso un oggetto meravigliosamente vintage come un 45 giri, un vinile verde come il prato calpestato da desideri di libertà, al riparo dalla luce fuorviante del sole. Non so quanti avranno avuto modo di ascoltarlo, quanti si affidano a volte ad una puntina piuttosto che al proprio lettore mp3.
In ogni caso, i due lati del disco raccontano passi a piedi nudi sull'erba, migliaia di "steps" solo apparentemente disordinati in questa danza notturna e un po' primordiale, il caos è, fondamentalmente, un assetto perfetto sotto mentite spoglie. Tutti i passi scalzi della notte del B-Live riavvicinano allo Spirito della Club Culture che Eventi di questo genere conservano e proteggono dalla diseducazione alla musica troppo dilagante.




Un brindisi, a piedi nudi, sull'erba.

Good Life,