Dist-URBAN-Doh!
URBAN EDGE SHOW - reportage
Il termine Underground si appoggia con leggerezza sulle labbra della comune gioventu' da quasi quindici anni. Si, direi che i calcoli sono giusti. L'inizio dei 90's ha regalato allo slang una parola anglofona usata da tutti per definire qualunque cosa non si conoscesse troppo bene ma che era necessario ostentare per non fare la figura dell'idiota. Nel momento stesso in cui si va in difficolta' nel definire un genere di musica, uno stile, un certo tipo d'arte o l'atmosfera di un locale ecco arrivare in soccorso la madre di tutte le paroline-salvagente: Underground.
Non ho mai conosciuto qualcuno che ne abbia fatto buon uso. Esempio: tutti i fighetti amano ballare l'underground, nessuno di loro l'ha mai sentita suonare una sola volta.
Appurato il fatto che l'uso di parole sfuggenti come questa viene messo in atto al semplice fine di potersi vendere meglio a chiunque [nascondendosi in fumose e molteplici interpretazioni], oggi anche il caro buon vecchio underground zoppica vistosamente.
A sorreggerlo verso l'ospizio delle parole cool in disuso e mai comprese e' arrivato Urban: fresco, attuale, fotografico e annidato nel quotidiano quanto il Vigile dal cappello a punta; un termine e un uomo perennemente sul pezzo, insomma.
Questo surreale preambolo per segnalarvi un bell'evento dedicato all'arte di strada denominato URBAN EDGE SHOW: cio' che anni addietro era semplice musica hip hop-graffiti e breakdance, oggi e' anche poster & sticker-art, skating e bmx-riding; il tutto lo si trova sapientemente "spalmato" a Milano in via Pestalozzi 4 sino al 25 Marzo. Allestita all'interno di una fabbrica abbandonata, la mostra merita d'esser vista.
Ecco due esempi di cio' che vi si trova: Guarda li' ma anche Laggiu'
Ho potuto esser sul posto Domenica 13 nel mio "dopo - San Siro" [poco prima che - verso sera - la domenica calcistica tornasse ad essere la barzelletta centenaria che, instancabilmente, mi viene raccontata], scattando diverse foto e godendo dell'affascinante atmosfera che suoni, musica ed immagini visionarie creavano.
Il link alle foto "zippate" lo trovate all'inizio di queste mie parole ma lo riporto anche qui, per la comodita' dei pigri: URBAN EDGE SHOW -reportage . Cosi' potete farvi un'idea se si tratti o meno di qualcosa in grado d'attirare la vostra attenzione.
Forse, il fatto che l'ingresso sia totalmente gratuito, aiuta.
Good Life a tutti,
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